@VanillaFlower "... Lo hanno fatto seguendo la procedura ..." ma NON (ancora!) fino in fondo!Per la correzione di un fratello cristiano che ha peccato contro un altro fratello (ed è certamente peccato contro gli altri fratelli lo scandalo di un alto ministro cristiano che non testimonia più la Rivelazione ma anzi ripetutamente, chiaramente e volontariamente predica un suo vangelo in più punti opposto al Vangelo di Nostro Signore) il Vangelo ci propone con chiarezza le parole stesse di N.S. Gesù.
Il card. Brandmüller e i pochi altri chierici che come lui si esprimono pubblicamente
non hanno fatto, dopo due anni dalla Correctio Filialis, dopo la recente tremenda intervista di "papa Francesco" alla Reuters,
l'ultimo passo prescritto dal Signore:
[Mt 18,17]" Quod si non audierit eos : dic ecclesiæ. Si autem ecclesiam non audierit, sit tibi sicut ethnicus et publicanus. ""Che se [il fratello peccatore] non li avrà ascoltati: dillo alla chiesa [assemblea, società dei veri cristiani]. Se non avrà ascoltato anche la chiesa, sia per te come uno straniero [idolatra] e un pubblicano"
Insomma, il Signore mica ci chiede di fucilare o anche solo ingiuriare un (ex) cristiano peccatore pervicace, resistente alla correzione: però ci ordina di PROCLAMARE LE COSE COME STANNO:
non è più cristiano. Rimane l'obbligo di amarlo, di dargli buon esempio, di pregare per la sua conversione, ecc. ma fin quando sarà impenitente
non è più un fratello in Cristo.
Alle anime belle degli ultimi decenni ciò potrà sembrare troppo duro, poco misssericooordiosso, ma sono le parole stesse di Dio incarnato, ipsissima verba Christi.
La mia congettura è che i per altro stimabili monsignori, eccellenze ed eminenze considerino (
come loro giustificazione) il fatto che il Vangelo
NON prescriva esplicitamente i TEMPI più opportuni per procedere nei vari passi della correzione e che siano infastiditi da chi forse loro ritengono essere temerari ignoranti e impazienti, come noi miseri peccatori laici ultima ruota del carro cattolico che esprimiamo da qualche anno pubblicamente prima le nostre preoccupazioni e poi il nostro sconcerto arrivando anche in un numero crescente di casi
a considerare,
ai nostri fini privati di valutazione di ciò che viene pubblicamente fatto dall'attuale governo temporale della Chiesa,
COME SE la correzione fraterna fosse già stata portata a termine dal piccolo resto di gerarchia ancora con sana fede cattolica.
Il Vangelo non esenta da questa procedura alcun fratello che pecca contro in altro fratello, fosse il primo anche Pietro o un suo successore.
Però tanti di noi, per quanto miseri profani, non siamo completamente sprovveduti: capiamo quali siano le difficoltà pratiche nel caso in cui il fratello che pecca anche contro le gerarchie ancora cattoliche è colui che la totalità dei cristiani che erano in comunione con Benedetto XVI ha accettato il 13 Marzo 2013 come papa Francesco, difficoltà ancora maggiori quando il suo peccato è contro la Fede.
Il card. Burke un paio di anni fa aveva ripetutamente fatto capire al pubblico di essere pronto a procedere col terzo e conclusivo passo della correzione:
per esso
non servono canoni specifici, non servono tribunali inesistenti ora e che mai potranno esistere nella Chiesa (cattolica) alla luce degli ultimi concilii e dello sviluppo teologico e canonistico degli ultimi secoli:
basta seguire il Vangelo per informare l' "ecclesia" del pervicare peccato dell' (ex) fratello.
Ma per il caso particolare di un papa peccatore, e DI QUEL peccato (contro la Fede), una tale dichiarazione equivale alla dichiarazione di eresia: se la fa un vescovo, esprimendomi brutalmente essa equivale a un immediato scisma da un vescovo che (forse era papa ma) ora è l'ultimo dei battezzati.
Tolto il caso fino ad ora unico (e con certe limitazioni) del vescovo Gracida, fino ad ora nessun vescovo cattolico vuole proclamare che l'antica e ben studiata ipotesi teologica del "papa eretico" si sia verificata disgraziatamente nel nostro tempo.
Quelle eminenze, eccellenze e monsignori vogliono continuare a proclamare pubblicamnete che il card. Bergoglio fu eletto papa e che papa Francesco oggi è
E così continuando a riconoscere papa il card. Bergoglio, NON CI SONO VIE DI USCITA come qui su GloriaTv ci ricorda ogni tanto
@Diodoro, .
Per come l'ho capita io la recente conferenza a Roma dei cardinali Burke e Brandmüller in pratica ha voluto dire questo:
non sappiamo che pesci pigliare, non vogliamo pronunciarci contro la validità della autorità di papa Francesco,
che i laici si arrangino prendendo ispirazione dall'insegnamento del Beato card. Newman.
E aspettano che papa Francesco muoia e/o chissà quale segno soprannaturale per darsi una mossa.
E il partito neo-modernista-luterano-ariano si consolida nella "istituzione chiesa" e
umanamente valutando, come poco fa qui su GloriaTv ha ben commentato un utente di cui mi sfugge il nome, è ragionevole aspettarci che
non ci sarà mai più un vero papa, inteso come Vicario di Nostro Signore, un uomo con l'integro carisma straordinario delle Chiavi
[su questo argomento proprio l'occasione di questo commento mi ha fatto riflettere in un modo che non mi era mai capitato prima su quanto fu detto a tutti i discepoli in Mt. 18,18:
Amen dico vobis, quæcumque alligaveritis super terram, erunt ligata et in cælo : et quæcumque solveritis super terram, erunt soluta et in cælo. ]Ma forse "Dio aveva altri progetti" e la presunta profezia dello pseudo Malachia è davvero una bufala.
Ogni settimana che passa mi sembra più evidente che la Provvidenza abbia voluto offrire alla Chiesa Docente una "via d'uscita", la soluzione scomoda ma ragionevole al satanico paradosso che sta permettendo la
demolizione [
@Anima Christi @Testimone82 @Sempliciotto @luca78 @Istruzione Cattolica @CooperatoresVeritatis ] della Chiesa:
studiare, pregare, meditare e infine comprendere i molti indizi che, almeno per uno di TRE MOTIVI, indipendenti uno dall'altro e non autoescludentisi ma anche mutuamente rafforzantisi, l'elezione del 13 marzo 2013 non fu valida e amaramente
concludere che "papa Francesco" NON è MAI STATO PAPA.