Le eresie di padre Alberto Maggi, punta di diamante della falsa chiesa [Le spara proprio grosse!...]
“È sufficiente la tradizionale risposta che i nostri cari stanno (quando gli va bene, perché la selezione è abbastanza difficile!) in paradiso e contemplano il Signore? E’ appetibile l’idea che se tutto va bene, quindi se si schiva non dico l’inferno, ma il purgatorio, si va in paradiso a fare che? A contemplare Dio! Per quanto tempo? Per tutta l’eternità! Una condanna all’ergastolo! Ma si fa qualcosa? No! C’è l’eterno riposo… infatti la preghiera con la quale accompagniamo i nostri defunti è l’eterno riposo, una specie di condanna all’ergastolo.”
La preghiera che pronunciamo per i nostri defunti è una condanna all’ergastolo. Si va in Paradiso a fare che cosa per l’eternità? A contemplare Dio. Maggi trova tale risposta “insufficiente”, in quanto noiosa. Peccato che l’eternità non sia un tempo infinito, ma l’assenza di tempo, e sia assolutamente fuori luogo parlare di noia in assenza di tempo.
“Allora non c’è da meravigliarsi se certa gente si crede di essere gemente e piangente in questa valle di lacrime.”
“Certa gente crede?”. No, tutti lo crediamo quando pronunciamo il Salve Regina.
“Già il Concilio Vaticano II (ormai sono oltre 40 anni) ha raccomandato che tutto l’insegnamento deve basarsi sulla Scrittura, sulla Parola di Dio.”
Falso. Sulla Scrittura e la Tradizione. Omettere quest’ultima è una professione di protestantesimo.
“L’esperienza della comunità cristiana è stata che Gesù non resuscitava i morti ma comunicava ai vivi una vita capace di superare la soglia della morte. Quindi nella prima comunità cristiana non si credeva che i morti sarebbero risuscitati, ma che i vivi avevano una qualità tale di vita, una potenza di vita che non andavano incontro al fatto della morte.”
Ah sì? Nella prima comunità cristiana non si credeva che i morti sarebbero resuscitati? E su quale base sarebbe mai nato il cristianesimo se non “nella speranza della Resurrezione”? Per Maggi, Gesù Cristo è venuto ad incrementare la nostra qualità di vita, più o meno come l’energia elettrica, l’aspirina, il computer e la Nutella.
“Paolo, noi, dando adesione a Gesù siamo già resuscitati. Ma non veniva insegnato che c’è la vita, la morte e poi la risurrezione Nel cristianesimo primitivo la risurrezione non avviene dopo la morte, ma avviene in questa vita. Addirittura scrive Paolo: e ci ha fatto sedere nei cieli, quindi la nostra condizione è già la condizione della pienezza divina.”
“Nel cristianesimo primitivo la resurrezione non avviene dopo la morte”.
No.. figurati! Avviene prima di morire. Uno prima risorge, poi muore. E poi, che fa? Risorge ancora? No, perché è già risorto prima.
“Pertanto si può affermare che nella comunità cristiana non si credeva tanto alla risurrezione dei morti, ma a una vita capace di superare la morte, che è quella vita che viene chiamata eterna, ma attenzione, non per la durata, ma per la qualità.”
Ancora con la qualità della vita. È un po’ un Cristo anni ’80, Gerusalemme da bere.
“La religione è una creazione degli uomini, mentre la fede proviene da Dio.”
Sbagliato. La religione, nella dottrina cattolica, è una “virtù infusa”: la virtù della religione, appunto, come qualunque manuale di ascetica gli potrebbe spiegare.
“Allora adesso noi leggeremo questo episodio, in pieno rispetto (capisco che non è facile cambiare la mentalità, staccarsi da immagini tradizionali) quindi se uno vuol rimanere nell’idea tradizionale veramente Gesù ha rianimato un cadavere, ci rimanga. Provi a non accantonare questa proposta di interpretazione che l’evangelista stesso che ci dà perché, probabilmente conoscete, anni fa uscì un libro di Saramago, portoghese – premio Nobel – sulla vita di Gesù e lui mette in scena questo fatto: Gesù sta per risuscitare Lazzaro e la sorella di Lazzaro gli si mette davanti per impedirglielo e gli dice queste parole: No, Signore perché nessuno nella vita ha peccato tanto da meritare dimorire due volte.”
“Se uno vuol rimanere dell’idea tradizionale [che] veramente Gesù ha rianimato un cadavere, ci rimanga”.
Sì, ci rimaniamo, con buona pace anche di Saramago, perché è dottrina della Chiesa.
”[…]poi, (adesso la metto in maniera umoristica ma per far capire l’incongruenza) se Gesù aveva la capacità di risuscitare i morti, qui al cimitero – almeno non dico tutto il cimitero perché avrebbe creato problemi nel paese, chi voleva la moglie, chi la casa, si sarebbero creati dei problemi – ma almeno quelli della fila di Lazzaro li poteva risuscitare; invece appena Lazzaro.”
I soliti raccomandati.
“Il termine paradiso è una parola che proviene dall’Iran – pardez- che significa giardino, parco e non significa altro che questo parco, un giardino. Nei vangeli si trova un’unica volta: quando Gesù parla della vita dopo la morte non parla mai di paradiso, di questo mito iraniano. Gesù parla sempre di una vita che è capace di superare la morte. Un’unica volta Gesù parla di paradiso, a chi? Al bandito inchiodato in croce con lui. Gesù non gli poteva (erano entrambi agonizzanti) star lì a fargli una lezione di catechismo. Allora gli ha parlato secondo il linguaggio che lui poteva capire. L’unica volta che appare il termine paradiso in bocca a Gesù è quando al ladrone dice: oggi sarai in paradiso con me.”
Certo. Gesù sulla croce, nell’agonia del suo corpo, ma soprattutto della sua anima umana, gravato dal peso di tutti i peccati del mondo, sta riflettendo su come spiegare la vita eterna al ladrone. E siccome non può fargli “una lezione di catechismo”… voilà!, un mito “iraniano” (come dice lui, semmai “iranico”)! Peccato che noi conosciamo la frase pronunciata da Gesù solo in una versio Graeca, quella evangelica appunto. Il termine greco deriva dal persiano: e allora? L’evangelista lo usa per rendere una frase pronunciata in aramaico (nella variante giudaico-palestinese parlata da Gesù), che esprime una realtà fattuale, non un simbolo.
“Io appartengo a una generazione rincretinita dalla religione dove ci facevano credere che Dio era un padre estremamente misericordioso.”
E invece com’è, per quelli che non sono stati rincretiniti dalla religione?
“Per cui per avere la vita eterna non importa se hai creduto o meno, se hai praticato o meno, se hai pregato o no. La vita eterna non dipende dall’atteggiamento che hai avuto nei confronti della divinità, ma dall’atteggiamento che hai avuto nei confronti degli altri.”
Falso, per il Magistero. Al di là degli inscrutabili giudizi particolari di Dio, è condizione ordinaria per la Salvezza che chiunque abbia conosciuto Cristo, per salvare la propria anima, vi debba credere.
”[…]la chiesa ha sbagliato tante cose, fra le altre nel Concilio Vaticano II è stato chiesto a tutti i vescovi italiani e anche esteri di cambiare il Padre Nostro nella terminologia: non ci indurre in tentazione. Dio non può indurre in tentazione nessuno. Pertanto è stato chiesto, ma non è stato fatto, anche se attualmente abbiamo un teologo, non viene fatto. E diciamo una bestemmia perché tutte le volte bestemmiamo lo Spirito Santo e chi bestemmia lo Spirito Santo non verrà mai perdonato.”
Questa è la domanda di un ascoltatore della conferenza. Dicendo il Padre nostro nella traduzione corrente si commetterebbe una bestemmia. Di fronte a cose come queste c’è da farsi il segno della Croce.
“Credo che per quelli della mia età il concetto di Bibbia era un concetto fumoso. Io da piccolo se chiedevo: cos’è la Bibbia? Mi rispondevano: è il libro dei protestanti perché la Bibbia era qualcosa che non faceva parte del patrimonio dei cristiani cattolici, era qualcosa di strano. E il vangelo per lo più lo si sentiva letto in latino, nella celebrazione eucaristica, ma non faceva parte dell’alimento della vita del cristiano.”
Quando da bambino chiedeva “che cos’è la Bibbia” gli rispondevano “è il libro dei protestanti”? Ah, ecco.
“Nella messa non si prega per il defunto, molti fanno celebrare le messe per il defunto. Questa è un’idea che offende Dio, far celebrare la messa per il defunto, sembra quasi (lo dico in maniera brutale ma comprensibile) che il defunto abbia bisogno di una spintarella, di una raccomandazione per salire nell’hit parade del gradimento del Padre eterno. Quindi uno più messe fa celebrare per lui e più è sicuro di salire vicino a Dio.”
La prassi cattolica del suffragio, fondata sul dogma della Comunione dei Santi, sarebbe dunque offensiva per Dio.
“Gli uomini non arriverebbero mai, per quanto perversi possano essere, a immaginare che certe azioni naturali sono peccato. E’ la religione che ha inventato il peccato, e l’ha inventato per inculcare nelle persone il senso di colpa e così dominarle. Io invento il peccato, ti inculco il senso di colpa e soltanto io ti posso liberare da questa colpa, da questo peccato. Quindi è la religione che nella sua diabolicità ha inventato il peccato; è questa la cappa che impedisce a Dio di fare arrivare al mondo il suo amore. Se gli uomini sono sempre sotto la cappa del peccato, se gli uomini sono sempre timorosi di aver peccato, come possono percepire l’amore di Dio? Ecco Gesù ci ha liberato dal peccato inventato dalla religione. Quando dico che il peccato è una invenzione della religione, significa che la religione ti dice che è peccato atteggiamenti ed azioni che nessuna persona in condizioni mentali decenti arriva a pensare che sono un’offesa o uno sgarbo a Dio.”
Falso. Il Concilio Vaticano I ha stabilito che alcune grandi verità morali possono essere attinte a lume di ragione. E anche quelle che derivano dalla Rivelazione o dal Magistero, possono essere comprese dalla nostra ragione, dono di Dio.
“Una delle più importanti lezioni di teologia che ho ricevuto nella mia vita di prete me l’hadata un bambino di 8 anni quando al termine di un incontro, al momento dell’eucaristia,arriva una suora con tutta una scolaresca di bambini sui 6-8 anni.Era imbarazzante perché se l’eucaristia la celebri per gli adulti, significa annoiaremortalmente i bambini, e allora come si fa. Allora dico: bambini, noi stiamo per fare lamessa, ma voi cosa volete fare, la messa o giocare? Ovvio, la risposta è giocare. Allora abbiamo fatto la messa a mo’ di gioco. Adesso mi metto sul tavolo, io sono Dio e questo è il paradiso; io faccio delle domande echi mi risponde viene qui con me in paradiso. C’erano ormai tanti bimbi in paradiso e un bambino che era accanto a me ha suggerito ad un altro; allora gli ho detto: “tu hai suggerito, ritorna sulla terra”. Sapete cosa ha risposto? No, perché tu sei Dio e non puoi castigare!! Una lezione di teologia indimenticabile.”
Come metodo educativo mi sembra efficace. Preferisci andare a Messa o giocare? Tanto anche la Messa la possiamo fare “in forma di gioco”, sul tavolo, che è il Paradiso, dove lui è Dio.
Fonte:
anticattocomunismo.wordpress.com/tag/alberto-maggi/