Dionysius Syracusas saeva tyrannide vexabat; ergo civitas tota tyranni exitium propter nimiam morum acerbitatem et propter odiosa onera optabat. Anicula sola tamen cotidie, matutino tempore, precibus ac votis deos obsecrabat et diuturnum reliquum vitae tempus tyranno petebat. Ideo Dionysius aniculam vocat et inopinatae precationis causam requirit. Tum mulier respondit: “Certa est ratio propositi mei. Puella eram et tyrannus dirus Syracusis imperabat: ideo civitas tota mortem eius expetebat. Tandem acuto morbo decedit, sed tyrannus saevior Siracusanorum arcem occupabat et terrore miseram civitatem opprimebat. Nunc te habemus et tua crudelitas nota est: ergo pro tua salute cotidie caelites oro atque caput meum pro tua salute devoveo. Certe enim post mortem tuam tyrannus saevior miserae urbi continget”. Tam facetam audaciam Dionysius punire erubescit et aniculam dimittit.

Traduzione:

Dionigi instaurò una feroce tirannia in Siracusa; perciò tutta la città desiderava la morte del tiranno, a causa dell'eccessiva ferocia del suo governo.

Solo una vecchia, invece, ogni giorno, al mattino, supplicava gli dei con preghiere e voti affinché concedessero al tiranno un lunga vita.

Allora Dionigi chiamò la vecchia e le chiese il motivo della preghiera inaspettata.

Allora la donna rispose: “La ragione del mio proposito è certa. Ero fanciulla, e un crudele tiranno governava Siracusa: perciò tutta la città cercava la sua morte. Alla fine egli morì di grave malattia, ma un tiranno più crudele occupò la cittadella dei siracusani e opprimeva col terrore la miserabile città.

Ora abbiamo te, e la tua crudeltà è nota: perciò prego ogni giorno il cielo per la tua sicurezza e chino il capo per la tua sicurezza. Perché sicuramente dopo la tua morte un tiranno più crudele si abbatterà sulla povera città."

Dionisio desistette dal punire un'audacia così audace e congedò la vecchia.