Occorre distinguere l’omosessuale dall’omosessualità. È possibile e doveroso conciliare il rispetto per la persona dell’omosessuale e promuoverne la dignità disapprovando la sua condotta omosessuale ed anzi operando affinchè egli cessi da questa condotta.
Le solite distinzioni moderniste- Distinguere l'errore dall'errante Distinguere il peccato dal peccatore Leggete l'enciclica dell'ultimo Papa validamente canonizzato. Pascendi Dominici Gregis (8 settembre 1907) vatican.va
Ci sono già leggi contro le discriminazioni. La parola omofobia non vuol dire proprio nulla. La Chiesa non dovrebbe fare nessun dialogo con lo Stato, ma TUONARE contro la dannazione delle anime. Ma già che da dopo il concilio non si può dire, e si passa il tempo a dialogare ottenendo "ottimi risultati": divorzio, aborto, eutanasia, procreazioni varie, contraccezione, teorie gender, ecc. Continuiamo a dialogare che otterremo molto altro ancora...
Il timore del Vaticano è che il Ddl dichiari illegale e quindi passibile di sanzione penale l’esercizio della "libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale", con particolare riferimento alla dottrina della Chiesa circa l’etica sessuale, il matrimonio, la famiglia e la condanna della sodomia.
"Il disegno di legge Zan è prettamente ideologico, di parte e fortemente discriminatorio e gli italiani che lo osteggiano non hanno alcuna intenzione di essere imbavagliati solo per il loro credo e la loro fede". #civico20news#eliablogger civico20news.it/sito/articolo.php?id=41856
È chiaro che i luterani di oggi, educati nel luteranesimo, non possono avere la colpa della separazione che ebbero Lutero con i suoi seguaci contemporanei. E ciò però non toglie che i luterani di oggi continuino a restare separati nella misura in cui accolgono gli errori di Lutero. Tuttavia, caratteristica del luteranesimo, a differenza del cattolicesimo che, grazie all’unione col Papa è unito nella pienezza della medesima verità rivelata custodita dalla Chiesa, è che la distanza dalla Chiesa Cattolica è diversa e più o meno grande a seconda che le varie correnti luterane si allontanano di più o di meno dalla dottrina cattolica e quindi dalla comunione con la Chiesa Romana.
Come è noto, il 3 gennaio 1521 Papa Leone X con la bolla «Decet Romanum Pontificem» scomunicò Lutero e i suoi seguaci accusandoli di ostinata disobbedienza al Papa, di essere volontariamente caduti nell’eresia e di allontanare slealmente i cattolici dalla retta fede. Il tono della scomunica è severissimo; inizia col sottolineare il dovere del Papa di denunciare e punire gli eretici e coloro che creano divisioni nella Chiesa; si nota un Papa fortemente sdegnato, che ripete più volte la medesima accusa di eresia; afferma di aver dato a Lutero il tempo di pentirsi e di ritrattarsi, ma che purtroppo egli invece di ravvedersi, ha fatto peggio.
Simulazione di "dialogo ecumenico": Un Cattolico: " Questa settimana ho fatto due ore di adorazione eucaristica, mi sono confessato ed ho recitato uno o due rosari al giorno". Un Luterano: "io no". Fine del dialogo.
Considerando gli enti di questo mondo, ci accorgiamo che hanno l’essere per partecipazione. Dunque essi dipendono da un ente che è l’essere per essenza. È lo stesso essere per sé sussistente. Essi non hanno l’essere da sé, ma da altro, da un ente che ha l’essere da sé. Sono tratti da Dio dal non-essere all’essere. Sono creati. Una volta scoperta l’esistenza di questo ente, che tutti chiamiamo «Dio», ci chiediamo qual è la sua essenza, chi è Dio. Quali sono i caratteri, le proprietà e le prerogative della sua essenza, che la rendono irripetibile, distinguibile dal mondo e da tutti gli altri enti, riconoscibile ed inconfondibile. In base a tutti questi dati possiamo dire di poter conoscere Dio, di poter farci un concetto di Lui, che rappresenta assai imperfettamente l’essenza divina, perché questa è misteriosa ed infinita, mentre la nostra capacità di comprensione è finita.
Oggi spesso c’è chi non parla mai di Dio e c’è chi ne parla a ruota libera o in modo sbagliato o ingannevole, senza adeguata preparazione, per pura abitudine, senza prudenza, senza convinzione, senza discrezione, per convenienza, per vendere libri, per apparire un genio o un profeta, per puro dovere d’ufficio, per giustificare la licenza morale, per sollecitare la superbia o le passioni, per incitare all’odio, per creare divisioni, per bloccare il progresso, per sovvertire il buon costume e l’ordine sociale, per far perdere la fede e il senso del sacro. Sembra incredibile, ma è così. A tanto arrivano le astuzie del demonio e le risorse della doppiezza e dell’ipocrisia. Servirsi del teismo e magari della mistica per diffondere l’ateismo e l’immoralità. L’uso della parola «Dio» è molto delicato. Questo uso è spontaneo nell’anima onesta e religiosa. Ma dev’essere anche imparato e praticato con discrezione, intelligenza, prudenza, saggezza, retta intenzione. In molte circostanze …Altro
Oggi siamo invasi da una folla di maestri, che dobbiamo sopportare e dai quali dobbiamo guardarci, i quali con grande prosopopea e dogmatica sicumera, vantando titoli accademici e centinaia di pubblicazioni, ignari del Magistero della Chiesa, sbandierati dai mass-media del potere dominante, ci assicurano con tono cattedratico e senza possibilità di replica, che cosa di Dio dobbiamo affermare e che cosa dobbiamo negare, per sapere qual è il «Dio biblico» e il «Dio di Gesù Cristo» e salvarci dal «Dio astratto della metafisica», dal Dio del «dualismo greco», dal Dio precristiano, corrucciato castigatore dell’Antico Testamento e del paganesimo.
La ripugnanza nei confronti del sesso, considerato come fattore di turbamento della pace dello spirito si riscontra sin dai primi secoli nel monachesimo cristiano a causa di una lettura rigorista dei testi ascetici del Nuovo Testamento, dove troviamo la messa in guardia contra la «concupiscenza» (I Gv 2,16; Rm 7,7) e i «desideri della carne» (Rm 13,14; Gal 5,13; II Pt 2,10).
Premetto di non aver letto gli articoli... ma vorrei ricordare che in tutte le religioni si mette in guardia le anime dai lacci del sesso... solo nel cattolicesimo ci si vergogna di aver dato in passato questi consigli ascetici.
Sigmund Freud fu uno psichiatra, che come tale ha il compito di guarire le malattie mentali: psychè=anima, iatreia=cura, e quindi di operare sul piano psichico della persona, pur coinvolgendo la sua volontà, giacchè non può il medico curare il paziente se il paziente non collabora. Però lo psicologo non ha il compito di guarire le deviazioni della volontà, ossia di togliere i peccati; questo è compito del sacerdote; ma ha quello di liberare la volontà del paziente da disturbi psichici, che ostacolano il retto cammino della volontà.
La riconciliazione dello spirito col sesso dev’essere operata da una duplice attività morale: da un’opera educativa tesa ad istruire la coscienza e a rettificare la volontà circa l’ideale cristiano della temperanza sessuale, che trova la sua più alta realizzazione nel matrimonio e la pratica del voto di castità, che è il modo col quale nella vita religiosa è vissuta la dimensione della sessualità; e da una pratica ascetica, che ha lo scopo di vincere la concupiscenza col soccorso dei mezzi della grazia, così da mortificare l’uomo vecchio (cf Rm 6,6) e da far crescere gradualmente l’uomo nuovo (Ef 4,24).
Gli spiritualisti fanno capo al paradigma spiritualistico dualistico e sessuofobo di Platone e di Origene; i materialisti simpatizzano per l’animalismo edonista sessolatra di Epicuro e di Freud. Per gli uni e per gli altri la resurrezione del sesso è impensabile. Per i primi, perché il sesso è visto come un carcere dal quale occorre liberarsi. Per i secondi, al momento della morte muore tutto l’uomo e chi si è visto si è visto. Il sesso è un dio mortale.
Per Von Balthasar tutti sono giusti e peccatori. Per questo, Dio perdona e castiga simultaneamente tutte le creature spirituali, angeli e uomini. Tutti sono ad un tempo beati e dannati, beati perché sono in Dio, dannati perché hanno peccato. Non c’è separazione fra beati e dannati. Questo avviene perché Dio stesso è ad un tempo per tutte le creature paradiso e inferno.
non so si parla che "a prescindere dai suoi meriti di teologo e di maestro di spiritualità" ... Ma se questi sono i sui pensieri, dove sta la sua maestria in spiritualità? Mi sembra invece una mente completamente confusa, che rifiuta la semplice Verità di Cristo in Croce, e che cerca risposte razionali a qualcosa che di razionale ha solo (e forse) il legno della croce. Tutto è avvenuto ad infiniti livelli spirituali, le cui Verità vengono mostrate gradatamente solo a chi si immerge nel mistero di Gesù, della Sua vita e della Sua crocifissione. Insomma non capisco perchè perdere tempo con l'analizzare una persona devastata spiritualmente e concettualmente con quasi stessa profondità, se ciò fosse possibile...
Hegel vede nell’Assoluto di Schelling l’unità nell’opposizione di oggettivo e soggettivo, di origine fichtiana («io-non-io»), che, tradotto nei termini del volere, è l’opposizione böhmiana del bene e del male. Dio, che può essere come non essere, fare il bene come il male, ha voluto essere ed essere buono, ma conserva in sè il non-essere e il male.
Lutero credette erroneamente che lo Spirito Santo operi una riconciliazione di Dio con l’uomo nel senso di una conciliazione della grazia col peccato. Ma questo è un grave errore, che offende la giustizia e la bontà divina e non fa che confermare l’uomo nel peccato, perché alla fine, come intuirono prima Böhme e poi Hegel, ciò finisce per condurre alla conciliazione in Dio del bene col male.
Che rapporto c’è fra la buona volontà di una persona e la cattiva volontà dell’altra? Che rapporto c’è tra la Persona dello Spirito Santo, che è Spirito di verità, di amore, di vita e di santità, con lo spirito della menzogna, dell’odio, della malvagità e dell’omicidio? Qual è l’azione dello Spirito nei confronti di Satana? E qual è l’azione di Satana nei confronti dello Spirito? Esiste un dialogo?
La Civiltà Cattolica n.4029 del 5 maggio 2018 pubblicò un articolo del direttore Padre Antonio Spadaro dal titolo «La dottrina della tribolazione», che cita una lettera ai Confratelli del 1987 dell’allora Provinciale Padre Bergoglio, di commento ad alcune lettere di Prepositi della Compagnia coinvolti nella drammatica vicenda della soppressione e successiva ricostituzione della Compagnia fra i secc. XVIII e XIX. L’articolo è molto interessante, perché ci mostra il grande mutamento storico della Compagnia dal sec. XVIII ad oggi. Allora i Gesuiti erano veramente un ostacolo all'ascesa dell'illuminismo e della massoneria, che portò alla Rivoluzione Francese, per cui erano i sovrani infetti da queste ideologie che volevano la soppressione della Compagnia.
Per capire le radici filosofiche degli insegnamenti di Papa Francesco La Civiltà Cattolica del 3/17 aprile scorso ha pubblicato un breve manoscritto di Jorge Mario Bergoglio del 1987-88, dal titolo «Interpretare la realtà» (pp.3-12). Si tratta di una breve raccolta di pensieri sul valore della metafisica, sul suo metodo e sul rapporto dell’intelletto con la verità e con la realtà.
Il Papa può essere Papa senza essere Vescovo di Roma? Seconda Parte (2/2) Vicario di Cristo Quello dunque che in sostanza Lutero negava del Papato era la sua infallibilità nell’insegnarci ed interpretarci la Parola di Cristo. Per questo e in questo senso egli negò che il Papa sia il Vicario di Cristo, subendo in ciò la condanna di Leone X nella Bolla Exsurge Domine del 1521 (Denz.1475).
Il Papa può essere Papa senza essere Vescovo di Roma? Prima Parte (1/2) Una questione occasionata da Papa Francesco Sappiamo come Papa Francesco tiene a definirsi come Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa, mentre non parla mai del suo essere Successore di Pietro e Vicario di Cristo. Quest’uso dell’attuale Pontefice ben si accorda con la fede degli scismatici orientali, i quali, se respingono la soggezione al Papa, tuttavia non hanno difficoltà a riconoscerlo come Vescovo di Roma o, come essi dicono, «Papa di Roma».
Caro N.S., la cosa impossibile è che ci siano due Papi in esercizio. Ma questo non potrà mai succedere. Quando Papa Benedetto ha parlato di un solo Papa, intendeva un solo Papa in esercizio, ed è Papa Francesco.
Caro N.S., il Papa può essere Papa, senza esercitare il munus petrino. Questo è il caso di Papa Benedetto XVI, per cui il Papa in esercizio è uno solo: Papa Francesco.
Il recente discorso del Santo Padre ad Ur ci mostra chiaramente qual è la sua preoccupazione pastorale più urgente: la fraternità e la pace dell’umanità su questa terra. Viene in mente la famosa enciclica di San Giovanni XXIII Pacem in terris.