Si possono valutare le dichiarazioni dei Pastori?
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È questo un tempo assai difficile di confusione dottrinale, nel quale anche gli stessi pastori scadono in tali errori seguendo le guide religiose. Gesù permette una valutazione di tali errori in quel passaggio del Vangelo, dove c'invita a riconoscere i veri dai falsi profeti. Non c'invita a giudicarli, perché il giudizio spetta sempre a Dio, ma a riconoscerne i frutti. (Mt 7, 15-16)
Se i frutti della predicazione dei pastori, sono gli errori dottrinali, noi cristiani abbiamo il compito di smascherare tali errori, in modo che le anime dei credenti possano vedere gli errori presenti,vale a dire i frutti, cioè gli errori dottrinali. Nella prima lettera di Pietro, S. Pietro c'invita a giungere "alla meta della nostra fede: la salvezza delle anime". (1Pt 1,8-9)
Perciò non vi è obiettivo più grande per un cristiano, di portare anime a Dio, anche impedendo a coloro che sono appartenenti alla Chiesa, di essere scomunicati. ATTENZIONE! Perché il Concilio di Trento tuttora valido, ma ritenuto a torto obsoleto per molte guide nella Chiesa, stabilisce tutta una serie di scomuniche ("anatema sit") per chi, vive, predica, teorizza una serie di proposizioni sbagliate, che ribadiscono gli errori dottrinali di Lutero, siano essi pastori, cardinali, papi.
Ora, già negli ultimi documenti ecumenici possiamo notare che coloro che per parte cattolica hanno prodotto una serie di pronunciamenti concordati con i protestanti in materia di fede, ribadiscono una serie di errori dottrinali intollerabili per un cattolico. Vedasi...
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"Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti"
(Matteo 7, 15-16)
"Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime". (1Pietro 1,8-9)
"Ma il profeta che avrà la presunzione di dire nel nome mio qualcosa che io non gli abbia comandato di dire... quel profeta sarà punito di morte"
(Deuteronomio 18, 20-21).